Bitcoin, punti di (S)vista
Fa scalpore nel mondo crypto la notizia che riporta le affermazioni di Bankitalia sostenute da Consob attraverso le quali questi Enti di Stato lanciano un monito contro gli utilizzatori delle criptovalute o i semplici curiosi indicando che un uso delle stesse comporterebbe “Zero tutele legali, alta speculazione, niente trasparenza e rischio hacker” rincarando la dose con frasi quali:”...con le criptovalute ci si fa male”. Il pensiero di Consob appare non mutare nel tempo, essa sostiene che le criptovalute non siano una moneta vera e propria, anzi, al contrario, uno strumento finanziario altamente speculativo e che pertanto la volatilità delle stesse risulterebbe molto alta. L'approccio tranchant è evidente e denota una latenza di fondo nell'assimilazione di concetti posti alla base della blockchain. Se parliamo di bitcoin si può parzialmente concordare sul fatto che essa non sia una moneta (tra l'altro neppure la legge la riconosce come tale contrariamente alle tradizionali valute FIAT ossia e valute riconosciute dallo Stato e definite a corso forzoso (dollaro , euro etc..). Se è vero che le transazioni sulla blockchain di bitcoin possono essere utilizzate per dare certezza anche a pagamenti, è pur vero che il fine principe per cui bitcoin è stato ideato non sia necessariamente quello di mezzo di pagamento, per tutta una serie di ragioni di scalabilità dell'infrastruttura, ma semmai di riserva di valore. Immaginate bitcoin come un nuovo “oro digitale” che però, questa volta in virtù della propria infrastruttura, può essere custodito e scambiato in modo assolutamente decentralizzato, senza l'intervento di un Ente centrale. La rete si sostiene da sola e mantiene garanzie di sicurezza estremamente elevate, diremmo a prova di hacker. Questo sistema di disintermediazione è alla base della libertà finanziaria che oggi, seppur in forma ancora parzialmente regolamentata, si contrappone ai sistemi di finanza classica escludendone l'egemonia. Solo partendo da queste considerazioni è possibile confrontare la realtà tecnologica inarrestabile introdotta da protocolli blockchain con il pensiero conservatore e, diciamo, prudente degli organi istituzionali.
La filiera del luppolo e la tracciabilità secondo Peroni
La nota produttrice di birre celebra i suoi 175 anni di vita attraverso un'iniziativa che vede l'applicazione della tecnologia blockchain alla propria filiera di produzione e distribuzione del prodotto. Sicuramente si tratta di un mezzo per fare marketing in questo momento di grande hype e grandi cambiamenti nella valorizzazione della qualità dei prodotti, ma anche un nuovo caso pratico di applicazione di un protocollo che garantisce trasparenza ed è garanzia di conformità per i clienti del marchio. Peroni utilizzerà la tecnologia blockchain per tracciare il malto 100% italiano della sua filiera, proponendo concetti quali “qualità, sostenibilità e innovazione”. Applicherà alla bottiglia un Qr code che diventerà a tutti gli effetti una fonte di informazioni per il consumatore il quale, scansionando il QR Code posizionato sul collarino di ogni singola bottiglia, sarà in grado di conoscere il percorso del prodotto nella sua interezza, dal campo d’orzo dell’agricoltore allo scaffale, all’esperienza di gusto. Ora la vera sfida è generare un dato di valore prima ancora di immetterlo in modo immutabile su una blockchain verificabile da chiunque. Brindiamo all'innovazione!
Obbligazioni su blockchain pubblica
Goldman Sachs ed European Investment Bank propongono sul mercato emissioni di obbligazioni sfruttando la tecnologia blockchain. L'utilizzo del registro distribuito per la notarizzazione delle caratteristiche e del regolamento dell'obbligazione costituiscono una novità assoluta nel panorama finanziario. L'uso del protocollo su blockchain pubblica renderà più liquida la gestione dell'obbligazione sia nella sottoscrizione sia nella liquidazione, ivi compresi i passaggi dalla valuta FIAT ai token che ne costituiscono la composizione e che vengono attribuiti agli investitori. C'è da ipotizzare che questo ecosistema virtuoso porterà ad una sensibile riduzione dei costi di gestione dovuta ad una drastica riduzione degli intermediari.